Cime tempestose

cime_tempestose--400x300Saranno state tutte le meditazioni su uomini e donne. Saranno stati i commenti di amici e marito. Oppure altre riflessioni… Francamente non so dire. Sta di fatto che dopo gli ultimi post, ho cominciato a ripensare a romanzi che ho amato con tutta me stessa e che mi hanno fatto scoprire cosa significa “eroe romantico”.

Uno fra questi romanzi  è certamente “Cime tempestose” di Emily Brontë. Amato da solo e poi anche nel confronto con altri romanzi coevi (o quasi) come “Jane Eyre” della sorella Charlotte Brontë, “Orgoglio e pregiudizio“, “Ragione e sentimento” (e anche tutti gli altri romanzi) di Jane Austen. Questo per dirne solo alcuni. Ad ogni modo, fra tutti questi titoli, il primo ad essermi balzato alla mente è stato proprio “Cime tempestose” e quindi partiamo proprio da questo 🙂

cime-tempestose-bronteIl romanzo della mediana fra le sorelle Brontë già nel titolo contiene tutte le atmosfere tipiche dei romanzi dell’Ottocento inglese: la brughiera, i ricchi casali, i segreti di famiglia, le vendette trasversali… Sebbene oggi sia considerato un grande (e imperdibile) classico della letteratura inglese, al momento della pubblicazione non venne accolto in maniera particolarmente entusiastica. La sua struttura a più livelli (definita come una serie di matrioske) e la potenza delle descrizioni anche della crudeltà fisica e mentale, lasciarono spiazzati: si parlò di eccessiva spregiudicatezza, di scandalo… di un romanzo perverso, brutale, cupo e immorale… Ma ci sarebbe molto da riflettere su quante donne all’epoca fossero riconosciute come vere e proprie scrittrici: una questione che in qualche modo abbiamo affrontato parlando del saggio di Virginia Woolf  “Una stanza tutta per sé“.

La trama di “Cime tempestose” dovrebbe essere nota, pertanto non mi dilungherò molto sulla storia di amore, passione, gelosia e vendetta che si dipana fra le pagine del romanzo… I protagonisti Heathcliff e Catherine, sono due fratellastri. La loro storia è raccontata a ritroso dalla governante Nelly al signor Lockwood,  che ha appena affittato Thrushcross Grange la magione vicina a quella che dà il nome al romanzo Whutering Heights.

Heathcliff è stato adottato dal padre di Catherine (Mr. Earnshaw). Il legame che nasce fra il giovane dalla pelle scura e la ragazza è forte sin dall’inizio, contrariamente a quanto accade con Hindley, il primogenito di Mr Earnshaw. Le alterne fortune della famiglia, la morte di Mr. Earnshaw e una lunga serie di avvenimenti incrociati confinano Heathcliff al ruolo di servo, allontanano Catherine dalla casa del padre, separano i due giovani la cui relazione – via via che la storia avanza – si è sempre più consolidata. Solo che nell’Ottocento, le donne non potevano scegliere da sole.  Le convenzioni sociali, le regole dell’alta società spingono Catherine fra le braccia di Edgar, primogenito della famiglia Linton. Eppure Catherine continua ad amare disperatamente Heathcliff, conscia però che non potrà mai sposarlo a causa della sua bassa estrazione sociale. Heathcliff ascolterà di nascosto solo una parte di confessione della sua amata a Nelly (a causa della quale si convincerà che Catherine non lo ama più) e scomparirà, senza lasciare alcuna traccia di sé. Nel frattempo, Catherine ed Edgar si sposano… Ma Heathcliff ritornerà, ricchissimo e pronto per la propria rivincita. Anzi di più, il suo ritorno è animato dalla fredda determinazione di portare a compimento un piano di vendetta che si consumerà lentamente – trasformando il sentimento amoroso in una passione assoluta, violenta e sinistra – per condurre le due famiglie intorno cui ruota il romanzo alla rovina e poi finire di consumare il proprio odio su se stessi.

Ovviamente, c’è molto di più… Ma noi Matte – almeno per quanto riguarda la trama – preferiamo fermarci qui. Anche perché a raccontare la tragica saga famigliare, con tutte le ragnatele di storie, sentimenti, destini, finirebbe per ridurre quella che può essere considerata come la prima vera opera gotica ad un ridicolo gioco di intrighi in stile Beautiful… Il che – sebbene confermi la modernità dell’opera – probabilmente non rende molto merito.

Preferiamo riflettere, invece, sulle contraddizioni di Catherine, passionale… Ma anche capricciosa, infantile, debole, inabile nel reggere lo stress, ma capace di parlare così del suo amato Heathcliff: «Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state quelle di Heathcliff, e le ho viste e vissute tutte fin dal principio; il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l’universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne sembrerei parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile».

Career-Girls_2Infine, vogliamo chiudere con una curiosità. Una roba che facevo anche io all’Università insieme al gruppo di colleghe con cui studiavo. Nel film “Career Girls” del regista britannico Mike Leigh un gruppo di Ragazze usa divinare una vecchia copia di “Cime tempestose” per sapere cosa le attende nelle loro giornate incerte e malandate. Una pratica antica quella della bibliomanzia (o libromanzia), un po’ fai da te… Perché il responso sia efficace bisogna evocare con convinzione per due volte il nome della scrittrice (“Ms. Brontë, Ms Brontë”), quindi porre il quesito, aprire il libro e la prima (o quasi) frase su cui cade l’occhio è la risposta… E – ve lo garantisco – Emily Brontë non sbaglia mai 🙂

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(Cime tempestose  di Emily Brontë, Einaudi, euro 12)

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