L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea

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Ve lo avevo detto che ultimamente ho avuto qualche problema a trovare un libro che mi entusiasmasse.

Finalmente abbiamo spezzato la catena, perché negli ultimi week end di mare, i miei vicini di asciugamano, in spiaggia, devono avere pensato di me cose se non belle, almeno strane. Del resto: ridevo da sola, con un libro in mano; dondolavo sorridendo, con un libro in mano; morivo di caldo senza muovermi dal solleone, sfogliando le pagine del libro che tenevo in mano…avete capito il concetto.

Il libro l’ho finito in un giorno speciale: l’ultima domenica d’estate.

Ed è stato il giorno giusto per finirlo, visto che “L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea” di Romain Puértolas, Einaudi Editore, era uno di quei libri che avevo comprato per la mia scorta estiva, scorta che ho ufficialmente esaurito. (Questo vuol dire che sono quasi pronta per consegnare la mia lista alla prossima libreria vera, e stavolta si tratta del Monastore di Officine Culturali – DONNA AVVISATA….).

Questo libro non lo avevo scelto facendomi “infinocchiare” dalla copertina, neanche dalla trama e nemmeno da recensioni lette su internet. No, questo libro l’ho scelto perché la parola Ikea le parole “ikea”, “fachiro” e “armadio”, in un unico titolo, mi avevano entusiasmato moltissimo. Motivazioni altamente culturali insomma 🙂

Oggi so che la mia scelta è stata vincente…finalmente!!

Ajatashatru Lavash Patel, è un indiano dagli occhi color Coca-Cola che di professione fa il fachiro e che, proprio per motivi di lavoro si sposta dal Rajasthan fino a Parigi. Perché? Deve comprare l’ultimo modello di letto di chiodi in vendita in uno degli store del colosso svedese, articolo in superoffertache costa solo 99,99 euro. Un affare che è solo l’inizio di un’avventura dal lieto fine che porterà lo strano personaggio a viaggiare lungo la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna, l’Italia, la Libia e la Francia nuovamente. In questo viaggio Ajatashatru, il cui nome è illeggibile per noi occidentali, ma che può essere pronunciato in mille divertentissimi nomi (Attacca-giù-la-grù, Già-ti-struscia, etc), da fachiro diventa clandestino, scrittore, innamorato, da truffatore si trasforma in un gentiluomo pronto ad aiutare il prossimo. Come?

Il libro se volete sapere davvero di che parla ve lo dovete leggere, o dovete andarvi a cercare qualcosa sul web che ve lo riassuma, quindi non sarò io a dirvi cosa succede nei particolari

Però posso dirvi che cosa ha trovato in questo libro una siciliana che fa la giornalista e che vive in una terra verso la quale, un giorno sì e uno pure, migliaia di sventurati cercano di arrivare attraverso il mare dalle coste del Nord Africa. Ajatashatru infatti, nella sua avventura, vive da vicino quello che vivono i migranti che lasciano le loro case per arrivare fino alle porte dell’Europa, Lampedusa, e raggiungere da qui il loro sogno di trovare una vita migliore magari ricongiungendosi con parenti: alcuni ce la fanno altri no. In non un’unica occasione Ajatashatru Lavash Patel, infatti verrà scambiato per uno di quegli uomini e quelle donne che dalle coste della Libia cercano di arrivare il più lontano possibile, con mezzi a dir poco di fortuna, con i quali mettono a rischio le loro stesse esistenze. L’ironia di Puértolas è molto profonda, nel descrivere un fenomeno, quello dei flussi migratori che non ha nulla di divertente, ma che è di attualità non solo nella nostra Sicilia e quindi nella nostra Italia, ma nelle frontiere di tutto Europa.

I toni comunque sono sempre leggeri, tanto che sembra che tutto si muova tra un livello reale e uno surreale.

 

Una curiosità. Questo libro è stato composto dall’autore con un cellulare, del resto il personaggio del suo libro Puértolas, lo fa debuttare come autore scrivendo il suo primo racconto al buio, nella stiva di un aereo che lo porterà in Italia dove l’unico supporto su cui scrivere è una camicia e l’unica cosa per vergare le parole è una di quelle matitine ikea che noi tutti abbiamo nelle nostre case.

 

Insomma si tratta di una realtà che sa di favola, o magari di una favola che sa di realtà….sono punti di vista. Azzarderei dicendo che proprio per questo lo stile mi è sembrato un po’ quello di Pennac e del suo Maloussene, sarà per questo che mi è piaciuto tanto? Non me ne vogliate 🙂

(L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea/Romain Puértolas/Einaudi/ pp 224/ €16,00)

M

 

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