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Una storia intricata. Racconti matematici
Dopo aver lungamente ripensato al mio ultimo post e a quanto per me sia stato incredibile vedere come le xilografie di Gustave Dorè, nate per illustrare grandi classici della letteratura internazionale, possano magnificamente illustrare una storia costruita immergendosi all’interno delle sue linee e dei suoi chiaro-scuri, ho deciso di ripetere l’esperimento. Continua a leggere
La vita non è in ordine alfabetico
Le lettere dell’alfabeto sono 21, ma gli anni di Andrea Bajani, autore de “La vita non è in ordine alfabetico” (Einaudi), sono 38.
Ed è a questo secondo numero che lo scrittore si è ispirato quando ha deciso che il libro era pronto e che poteva essere stampato…prima di eventuali ripensamenti.
Il libro di Bajani, ve lo abbiamo detto, lo presentiamo domani al Monastero dei Benedettini, al Monastore, in un appuntamento di quelli che piacciono a noi, a dir poco corale. Perché insieme alla Matte e ad Officine Culturali, stavolta (che sta quasi diventando di casa) c’è anche Daniele Zito, l’ideatore di quel “riporto” che tanto ci aveva solleticato l’immaginazione, e ci sono anche i ragazzi dell’Arci Catania. Continua a leggere
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Seduta su un muro di marzapane e un pugno di fragole
Qualche giorno fa, martedì scorso, sono stata alla scuola Turrisi Colonna di Catania, per presentare il libro di un’amica, Mara Di Maura, con la quale, un po’ di tempo fa, ho condotto un programma radiofonico su una radio locale.
Mara, con Seduta su un muro di marzapane e un pugno di fragole, è alla sua seconda pubblicazione. Continua a leggere
La casa stregata
Tornando da Milano, mi sono dedicata alla lettura di “La casa stregata” di Howard Phillip Lovecraft. Un racconto lungo (o un romanzo breve) che l’autore di statunitense ambienta nella sua cittadina natale: Providence. Lovecraft è considerato insieme ad Edgar Allan Poe uno fra i maestri del genere horror. E devo dire a buona ragione, visto che – a seguito della lettura precoce dei suoi racconti dell’orrore – da ragazzina, ho perso diverse notti di sonno. E il racconto in questione – che gli fu ispirato da una casa realmente esistente, «maledetta o nutrita di cadaveri», nella quale da bambino, insieme a i suoi coetanei spesso si trovava a giocare per vincere le proprie paure o dimostrare agli altri di non averne affatto – lo porta ai confini della fantascienza, alle sue origini.
La fine del racconto viene anticipata da Lovecraft stesso nelle prime pagine del racconto. Ma io non voglio fare lo stesso. E della trama, anzi, non voglio raccontate proprio nulla (anche perché in poco più di mezz’ora potreste regalarvi una lettura piacevolmente inquietante), sia perché la trama dovrebbe – credo – essere nota a tutti, sia perché un horror (come un giallo) è meglio non raccontarlo. Continua a leggere
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